Te lo spieghiamo in questo articolo dove andremo ad analizzare questi tre fondamentali momenti di gioco della fase di non possesso palla.
Chiariamo il loro significato per poi andare ad analizzare le varie strategie attuate in riferimento a questi termini.
Il pressing, nel linguaggio sportivo, è un’azione incalzante e insistente con cui contrastare l'avversario per ostacolarne l'azione; in alcuni giochi con la palla, come calcio o basket, per togliergli la palla e impedirgli l’impostazione di azioni di attacco.
Nello specifico, è un'azione corale che tende a ridurre gli spazi di manovra degli avversari, togliere loro tempi di gioco, allontanarli o mantenerli lontani, metterli in apprensione quindi fargli accelerare la velocità della giocata, aumentandone la possibilità di errore.
La pressione, invece, è un'azione tattica difensiva individuale finalizzata a limitare tempo e spazio al portatore di palla avversario.
La riaggressione, è una situazione collettiva atta a recuperare la palla nel più breve tempo possibile quando viene persa.
Comprende l'attacco al giocatore con la palla ed il contemporaneo marcamento di appoggi e sostegni al portatore di palla (solitamente in un arco di tempo di massimo 8 secondi).
La riaggressione prevede, invece che correre indietro alla difesa della porta, corse in avanti.
La zona del campo in cui viene applicato, evidenzia un primo criterio di distinzione del pressing:
1) Ultraoffensivo (di prima linea): pressione e pressing effettuati sui difensori avversari o comunque dalla trequarti offensiva in su.
2) Offensivo (di seconda linea): effettuati nella zona tra le due trequarti
3) Difensivo (di terza linea): dalla trequarti difensiva in giù.
Queste tre modalità difensive devono essere corali e eseguite con la giusta intensità.
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Le diverse tipologie di pressing
1) Pressing di "contrapposizione" (pressing classico)
Il pressing di contrapposizione, il cui “inventore” e primo allenatore ad adottarlo fu il russo Viktor Maslov, parte dallo studio del modulo avversario incastrandolo con quello della squadra allenata, per decidere poi le migliori scalate per la nostra squadra.
Questa tattica necessita di movimenti ben armonizzati di tutti i componenti della squadra. L'obiettivo di questo pressing è forzare i palloni verso la zona più congeniale alla propria squadra.
In questo tipo di pressing, la pressione inizialmente è fatta di reparto e viene spesso lasciato un giocatore avversario libero, di solito quello ritenuto più vulnerabile, per poi attuare le scalate sugli altri giocatori.
Una volta attuate le scalate, questo tipo pressing può diventare uomo contro uomo.
2) Pressing uomo contro uomo
Marcelo Bielsa prima, e Gian Piero Gasperini poi, sono coloro che, maggiormente negli ultimi anni, hanno e stanno continuando a ispirare molti allenatori, ad ogni livello, nell’interpretare questo concetto di calcio.
E’ un tipo di pressing che mette in continua pressione gli avversari.
Ad ogni giocatore viene abbinato un avversario, si avranno quindi 10 duelli uomo contro uomo, rendendo così difficile già la prima costruzione avversaria.
La vittoria di questa serie di duelli individuali diventa indispensabile per la buona riuscita della fase di non possesso.
Chi attua questo tipo di tattica sono squadre che, di solito, oltre a recuperare molti palloni in attacco e a "sporcare” maggiormente il gioco avversario, sono anche molto fallose.
Questi tipi di duelli sono spesso fatti sull'anticipo pur avendo poca copertura alle spalle: "Più marco, meno copro" (M. Viscidi).
Il rovescio della medaglia è che con questo atteggiamento c'è il rischio di aumentare le distanze, creando spazi attaccabili alle spalle delle linee di pressione; diventa quindi fondamentale che l'attacco in avanti sia fatto in maniera collettiva, compreso il portiere.
Qualche anno fa Pep Guardiola disse: “Giocare contro l’Atalanta è come andare dal dentista”. Questo perché le squadre che giocano uomo contro uomo spesso riescono a imporre il proprio ritmo alla partita, costringendo gli avversari ad uscire dai loro binari abituali.
3) Gegenpressing/Contropressing/Counterpressing
La prima idea di gegenpressing era nata fra URSS, Scandinava e Inghilterra negli anni ’60 e ‘70, ma in questi ultimi 50 anni il calcio si è evoluto e quindi anche alcuni concetti.
Oggi con questo termine riconosciamo principalmente lo stile di gioco adottato da molte squadre europee, ma reso popolare soprattutto da Jurgen Klopp con Borussia Dortmund e Liverpool.
Gegenpressing significa pressare l’avversario subito dopo aver perso il possesso, cioè pressare come un’unità organizzata nel momento in cui si passa alla difesa.
"Il Gegenpressing è il miglior playmaker al mondo, ti permette di recuperare il pallone vicino alla porta avversaria, spesso ad un solo passaggio dal creare un’occasione da goal.
Nessun assistman al mondo può essere così decisivo come una buona situazione di Gegenpressing”.
L'allenatore tedesco ci dice che questa fase di transizione difensiva è anche una micidiale arma offensiva, infatti nei casi in cui il gegenpressing porti al recupero del pallone subito dopo averlo perso, la squadra è in grado di mantenere il proprio vantaggio territoriale.
In questo modo l’avversario rischia di farsi trovare scoperto in quanto iniziando una transizione positiva, potrebbe aver perso la propria struttura difensiva e si potrebbero aprire spazi che prima non c'erano (negli ultimi 15 anni, quasi il 50% di gol in Champions League è stato segnato in contropiede in campo aperto).
Il gegenpressing ha una doppia funzione:
prevenire il contropiede avversario senza scivolare all’indietro per poi riorganizzarsi, ma cercando di interromperlo all’origine;
recuperare il pallone subito dopo averlo perso, in modo da riproporre una nuova azione d’attacco.
Il gegenpressing viene usato da molti allenatori con diverse modalità e in base alle loro idee daranno le istruzioni alla squadra. Ci sono alcune varianti per applicarlo, ma una non esclude l’altra, anzi, molto spesso si integrano fra loro:
Orientamento sull’uomo, cioè pressare individualmente il portatore di palla e marcare tutti i compagni in appoggio (Heynckes al Bayer Monaco).
Indirizzare la pressione sul portatore di palla, sulla palla stessa e lo spazio circostante in modo da esercitare la maggiore pressione possibile (Klopp e Tuchel al Borussia Dortmund).
Concentrarsi sulle linee di passaggio, cioè permettere al portatore di palla di effettuare un passaggio che viene spesso intercettato visto il controllo esercitato sulle linee di passaggio a sua disposizione (Guardiola al Barcellona).
Quello che devono avere tutte le squadre che attuano il gegenpressing sono velocità e organizzazione per recuperare prima e in una buona posizione la palla.
Un’ottima riaggressione nasce, quindi, da una fase offensiva ragionata e coordinata.
Per riuscire a riaggredire la zona in cui è stata persa la palla occorre portare, compatti fra loro, quanti più invasori possibili nella metà campo avversaria.
Per fare questo sono fondamentali il presidiare l’area di rigore, il rimanere attivi da parte dei giocatori vicini all'area di rigore e le coperture preventive dei difendenti.
Se non si lavora bene su questi aspetti, ogni azione offensiva con tanti giocatori rischia di diventare un pericoloso contropiede avversario.
Tu quale modalità di pressing utilizzi? scrivilo nei commenti.
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