Come il gegen-pressing poteva diventare il mio miglior giocatore?
Mi sono fatto questa domanda quando ho allenato la nazionale al Campionato del mondo di calcio.
Lascia che ti spieghi
Ciao sono Alessandro Recenti, vice allenatore di Paolo Tramezzani all'Fc Sion.
Sono stato il vice all'Honved Budapest, Lugano e della nazionale femminile U19 dell'Albania.
Ho allenato la nazionale U15 dell'Albania e in Italia il Ravenna Women e S.Marino Academy in serie B femminile.
e ho partecipato ad un mondiale di calcio.
Infatti nel 2016 ero il commissario tecnico della nazionale italiana femminile sorde.
A maggio la nazionale non esisteva, a giugno partecipammo al mondiale.
Andai a selezionare le ragazze visionandole in una fase finale di un torneo di calcio a 5 a Modena.
In due giorni dovevo costituire la nazionale e con altri due giorni di ritiro andammo al mondiale.
La squadra era composta da ragazze straordinarie.
In quei due giorni che abbiamo lavorato insieme in ritiro in Val Seriana ho potuto capire la passione che ci accumunava per il calcio.
Lodavo ogni giorno la mia linea difensiva ultra quarantenne e chiedevo a loro solo una cosa:
CORAGGIO!
Chiedevo alle mie ragazze di portare in campo il valore che più le aveva contraddistinte nella loro vita.
Il coraggio.
Chiedevo di andare a recuperare palla una volta persa perchè, anche se non potevano sentirsi in campo, sapevano una sarebbe stata vicino all'altra.
Già in campo non potevano sentirsi.
Non potevano sentire le mie grida che, come ogni allenatore, a bordo campo, facevo.
Inoltre non conoscevo la lingua dei segni e quindi la comunicazione doveva essere chiara e diretta.
Era sufficiente lo sguardo di una frazione di secondo per comunicare con loro.
Dovevo trovare la chiave tattica per trasmettere alle mie ragazze il coraggio.
Allora pensai al contro-pressing.
Al gegen-pressing se vogliamo chiamarlo alla tedesca.
Pensai ad un atteggiamento che dovevamo avere una volta persa palla.
Ad un aspetta che, oltre al coraggio, si doveva basare nella fiducia l'una con l'altra.
Il gegen-pressing raccoglie dentro di sé coraggio e fiducia.
Coraggio nell'andare a contro-pressare una volta persa palla anche rischiando di sbilanciare la squadra.
Fiducia perché chi va a contro-pressare è sicuro che dietro di sé avrà il resto della squadra che salirà e seguirà il contro-pressing.
Ma come possiamo far diventare il gegen-pressing il nostro miglior giocatore?
Per poterlo attuare serve organizzazione.
Servono distanze ravvicinate tra i giocatori per alimentare la pressione portata sul portatore palla.
Allo stesso tempo deve esserci un’adeguata occupazione degli spazi per evitare che l’avversario possa eludere la nostra pressione.
Questo aspetto è strettamente collegato con l’organizzazione della struttura offensiva.
Se una squadra è in grado di occupare il campo con le distanze corrette ne trarrà beneficio la fase offensiva.
Fondamentale la sua organizzazione.
Contro-pressare per 5-6 secondi con un numero predefinito di calciatori in relazione alla zona di campo per poi eventualmente riposizionarsi qualora non si avesse recuperato la palla.
Considerando l’elevata importanza strategica delle zone dove viene effettuato il gege-pressing è necessario conoscere le qualità tecnico tattiche dei nostri giocatori.
Conoscere la nostra squadra equivale a sapere come poter attaccare l'avversario una volta recuperata palla.
"Il gegen-pressing è il nostro miglior playmaker" questo diceva Jurgen Klopp parlando del contro-pressing.
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Ma come può diventare il tuo miglior giocatore?
All'inizio dell'articolo scrivevo di come utilizzai il gegen-pressing per infondere coraggio alle mie ragazze.
Ma come finì quel mondiale?
Vincemmo la prima nostra partita ufficiale contro la Turchia per 2-0 e ci ripetemmo sempre contro la Turchia nella finale per il 5°-6° posto.
La gioia delle mie ragazze fu enorme, ma la mia ancora di più.
Credevo di aver trasmesso alle ragazze il valore del coraggio, ma in realtà furono loro a trasmettere a me come superare i limiti per raggiungere un obiettivo.
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Un abbraccio
Alessandro e Sara
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