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Niccolò Alessandro Morri

Come gioca il Benfica di Roger Schmidt: una regina del calcio europeo


La storia del calcio contemporaneo si può anche leggere come il tentativo degli allenatori di trovare il miglior equilibrio possibile tra ordine e caos, tra controllo tecnico e intensità senza palla.


Roger Schmidt ha trascorso la prima parte della sua carriera estremizzando il lato oscuro e caotico del calcio, per poi scoprire che i due termini non sono mai antitetici ma convivono: c’è sempre caos dell’ordine e ordine nel caos.


Nella prima guida tattica gratuita di Coaches troverai i principi di gioco dell'allenatore tedesco.


Portato in alto, caduto e poi rinato con il Benfica.


Sei pronto?


Iniziamo!



• Una squadra che ha riservato numerosi dispiaceri alle squadre italiane.

Basti pensare all'eliminazione della Juventus per mano della tripletta di João Mario, ma il Benfica è anche portatore di ricordi più piacevoli soprattutto per i tifosi nerazzurri che battendo i lusitani sono riusciti ad oltrepassare un ostacolo sul cammino che li ha portati alla finale di Istanbul.


• Un qualitativo 4-2-3-1 di partenza, contraddistinto da un centrocampo muscolare e una trequarti di assoluto livello internazionale.

Secondo in campionato con il secondo miglior attacco e la seconda miglior difesa; quest'anno non ha espresso il miglior calcio della gestione Schmidt, ma comunque riuscita ad arrivare ai quarti di finale di Europa League.


Rafa Silva è sicuramente il pezzo pregiato dell'undici portoghese.


Infatti, quest'anno ho messo referto 14 goal in campionato.


Squadra quadrata che ha collezionato 16 reti inviolate durante la stagione e una media di più di 60 palloni recuperati a partita.


• L'11 di partenza vede Trubin in porta, difesa a quattro con Otamendi, Antonio, Bah e Aursnes sugli esterni.

Centrocampo a due comandato da Joao Neves con Joao Mario a supporto.

Linea a tre dietro all'unica punta Cabral formata da Rafa Silva, Neres e il figliol prodigo Di Maria, campione del mondo con l'Argentina all’ultimo mondiale in Qatar.


Presentazione generale


Carta d’identità in breve


• Sistema di gioco iniziale: 4-2-3-1/4-3-3

• Sistema di gioco FP: 2-4-2-2 con terzini sulla linea dei CC e Neres con Rafa

Silva più dentro il campo dietro a Di Maria e Cabral.

• Sistema di gioco NP: 4-4-2 / 4-4-1-1 con il solo trequartista a supporto della

linea difensiva.



Fase di possesso


Costruzione

• La fase di costruzione del Benfica è sicuramente armonica e ben organizzata, permette di evidenziare due costanti di gioco:


1. La prima vede una costruzione a due uomini da parte dei due difensori centrali a formare un rombo con i due mediani.


La posizione dei terzini è molto larga sulla linea dei centrocampisti, ciò permette all'esterno (solitamente Neres a sinistra) di entrare dentro al campo per permettere una corsa distesa al proprio laterale di parte.


2. La seconda, meno frequente, vede una costruzione a tre uomini con uno dei due mediani (solitamente João Neves) che si abbassa sulla linea dei difensori.


I due terzini rimangono larghi e permettono all'esterno di avanzare centralmente, avvicinandosi al trequartista, aumentando così l'indice di pericolosità offensivo all'interno della zona di rifinitura.


• L'obiettivo comune di entrambe le disposizioni e mantenere il dominio e sviluppare lungo una corsia, vere e proprie zone di regia offensiva.




Sviluppo e lateralità


• Superata la prima linea di pressione, l'obiettivo è quello di ricreare triangoli o

rombi in una delle due catene laterali, offrendo possibilità di giocata sia verso

il centro, dove il trequartista è abile ad occupare la zona di rifinitura, sia

tramite sovrapposizioni.


Il Benfica è bravo a sviluppare tramite di gioco che si concludono con un cross dalla laterale.


• Non è inusuale inoltre, al fine di smuovere la linea difensiva avversaria, vedere

l'inversione tra il terzino di parte e l'esterno di parte, innescando un meccanismo di palla avanti-palla indietro-palla avanti alla ricerca della corsa

del terzino nello spazio.


• La posizione dei centrocampisti viene determinata dal tipo di costruzione

adottata: se a due uomini i due risultano più in linea rispetto allo scaglionamento naturale durante la costruzione a tre.


Fase di non possesso


Prima pressione

• La prima pressione non viene portata sempre in maniera molto alta, spesso la prima azione difensiva inizia solo nei pressi della propria metà campo.


Due quindi sono gli approcci che possiamo evidenziare:


1. Il primo, più frequente, vede le due punte all'altezza dei centrocampisti avversari, lasciando così la conduzione ai centrali, i due esterni offensivi sui terzini hanno un atteggiamento attendista e risultando quindi in linea con i propri due mediani (come in figura)


2. Il secondo invece è un approccio più aggressivo, nel quale le due punte si occupano dei due difensori centrali, gli esterni offensivi si alzano sui terzini ma in questo caso in posizione più ravvicinata, ed è contraddistinto dalla rotazione in avanti di uno dei due play che si occupa del costruttore di gioco avversario.


• Tipico durante la prima azione difensiva, vedere Rafa Silva andare sul portiere durante il giropalla con l'obiettivo di mettere pressione e far spazzare il pallone all'estremo difensore avversario.



Il lavoro nei reparti


• Con il secondo miglior attacco in campionato, che ha visto il Benfica subire

meno di 30 goal in tutta la stagione, possiamo definire la squadra portoghese come arcigna e ben organizzata.


L'approccio sulla fase di prima azione difensiva molto basso, garantisce un alto numero di uomini durante la fase di non possesso.


• Sulle catene laterali, non vengono portati raddoppi sul portatore, e la linea

difensiva è contraddistinta da una diagonale lunga e una sola linea di

copertura.


• Raramente vediamo i centrocampisti scaglionati davanti alla linea difensiva,

questo aspetto però ha come risultante la chiusura a volte tardiva sulle palle sputate dai difensori.



Transizione positiva

Una squadra capace di leggere le situazioni


• Due sono gli approcci e le costanti evidenziate durante la transizione positiva del

Benfica:


  1. La prima viene evidenziata nel momento della riconquista palla nella propria metà campo: il mantenimento del dominio con l'obiettivo di costruire una nuova azione di gioco fa da padrona nelle idee portoghesi.


  2. La seconda è possibile notarla nel momento in cui la sfera viene riconquistata più in avanti: Di Maria e compagni sono abili nell'individuare gli spazi liberi a campo aperto occupando quest'ultimi in maniera organica con tutti e quattro i giocatori offensivi.


La transizione positiva è sicuramente un fiore all'occhiello per il Benfica non tanto per l'alto numero di verticalizzazioni (vedi Liverpool di Klopp) ma nella qualità con cui riesce ad essere pericolosa nella ripartenza.


Transizione negativa

Obiettivo rallentare e ritornare


• Una volta persa palla il Benfica è bravo nel tornare a ricomporre le due

linee a quattro che contraddistinguono la fase di non possesso

portoghese.


• La linea difensiva coadiuvata dai due play formano un blocco di sei

uomini che garantiscono superiorità numerica difensiva.


• Possiamo riassumere quindi la transizione negativa del Benfica come

posizionale, coerentemente con le caratteristiche dei giocatori che

compongono la squadra, non votati eccessivamente all'aggressività

sul pallone ma dotati di grande lettura.



Sarà proprio Roger Schmidt a esorcizzare la maledizione di Bela Guttmann e portare nuovamente un titolo europeo all'Estadio da Luz?



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