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Alessandro Moppi

Come allenare le transizioni positive e negative nel calcio?

A cura di Alessandro Moppi


Le transizioni sono un aspetto fondamentale all'interno di ogni partita. Indubbiamente una delle situazioni che più volte vediamo nei 90' di gioco.


In questa guida ti spiegheremo come allenare le transizioni per renderle efficaci con la tua squadra.


Sei pronto? Partiamo!


Cos’è la transizione?


La transizione, che in passato veniva chiamata ripartenza o contropiede, nel gergo calcistico, è quella fase in cui una squadra perde il possesso palla e l'altra lo guadagna. 


In base a quale delle due fasi appartiene il momento di una squadra, si parla di transizione positiva (offensiva) e transizione negativa (difensiva), vedi immagine 3.



Detto in un altro modo: La transizione è il comportamento tecnico-tattico e mentale dei giocatori, in relazione alla squadra avversaria, alla zona del campo e al risultato della gara, nei secondi immediatamente successivi alla riconquista o alla perdita del pallone, per preparare meglio le due fasi di gioco successive. 

 


La comparsa di queste due fasi di transizione pose il problema di come riuscire a legarle alle fasi di possesso e non possesso e di come farle recepire ai giocatori.

 

Provate a porvi alcune domande: Quante volte avete fatto esercitazioni attacco contro difesa (esempio un 6vs4)? Qual è il reparto che vince solitamente? E se schierate gli stessi uomini a livello difensivo in partita cosa cambia? In quale delle due situazioni c’è una maggior percentuale di subire gol? Perché succede?


Sappiamo che in un’esercitazione 6vs4 o simili, qui puoi trovare una proposta di Alessandro recenti per allenare le transizioni, il reparto che di solito prevale è la difesa, ma in partita la situazione cambia: questo perché la fase difensiva viene preceduta dalla fase di transizione negativa, che se non eseguita correttamente, metterà la squadra in difficoltà nel dover fermare l’attacco avversario.


Se invece, nell’esercitazione suddetta, poniamo il focus sullo svolgimento di una buona transizione positiva svolta dalla squadra in attacco, aumenteranno le possibilità di andare a concludere verso la porta. 


Questo ci dimostra la maggior importanza che hanno acquisito negli ultimi anni le due transizioni rispetto alla fase di possesso e non possesso.


Analisi delle transizioni


Già nel 2005, Josè Mourinho, alla domanda su “quali tendenze tattiche evidenziasse nel calcio moderno” rispose: “Le transizioni sono diventate decisive. Quando l’avversario è ben organizzato in difesa è molto difficile fare gol.


Quando però l’avversario perde il pallone può esserci il tempo per sfruttare l’occasione, trovando forse un altro avversario fuori posizione.


Allo stesso modo, quando noi perdiamo il pallone dobbiamo reagire immediatamente; tutti dicono che sono le palle inattive a far vincere le partite, mentre io penso che le transizioni siano più importanti.”


Leggi qui l'analisi tattica "L'inter di Josè Mourinho", dove troverai diversi spunti sull'organizzazione tattica basata, anche, sulle transizioni.

Diversi studi sui campionati professionistici confermano quanto detto dall’allenatore portoghese quasi 20 anni fa.


Possiamo paragonare la transizione al colpo da knock down di un pugile che coglie impreparato l’avversario sbilanciato ad attaccare.


L’evoluzione del gioco ha favorito l’abbandono della staticità dei ruoli (si parlava di mediano, mezzala, terzino, trequartista, ecc.) e stiamo arrivando (o forse tornando?) a un gioco basato maggiormente sulla fluidità delle posizioni in campo (ora si parla di costruttori, invasori, vertice, appoggi o scarico) intorno al portatore palla.


Un gioco maggiormente orientato sullo sfruttamento delle caratteristiche dei giocatori.


Tutto questo ha portato a fasi di transizione sempre più brevi e veloci.


È qui che maggiormente va allenato il cervello a ragionare velocemente; riconoscendo in anticipo la giocata o il tipo di intervento da effettuare.


Il calciatore più veloce a trovare la miglior soluzione, spesso, corrisponde al giocatore più efficace.


Diventa fondamentale allenare i calciatori a queste situazioni, affinché non presentino pause, soprattutto a livello cognitivo, nel passare da una fase di gioco all'altra. 


Gli aspetti fondamentali della transizione positiva e negativa


Per ottimizzare al meglio queste fasi è opportuno analizzarne bene i vari aspetti:

In una transizione positiva è importante valutare: 

  1. Il punto del campo e in quale situazione si recupera la palla

  2. Quali e quanti giocatori partecipano alla riconquista

  3. Quali e quanti giocatori devono e possono partecipare al contrattacco

  4. Quali sono le zone libere da attaccare con gioco corto o lungo

  5. Come organizzarsi nella nuova situazione di fase offensiva

  6. Il modo più rapido per concludere a rete

  7. La copertura preventiva dovuta alla perdita del possesso palla


    In una transizione negativa è fondamentale analizzare: 

    - perché si è perso il possesso palla (errore tecnico-tattico e/o responsabilità singola, di squadra o di reparto

    - La zona o il punto in cui è stata persa la palla

- Se è stata prevista, nell’assetto tattico, nel momento che è stata persa la palla, la copertura del portatore di palla 

- Il tipo di reazione alla perdita del possesso palla. Qui, come accennato in precedenza, molto importante è l’atteggiamento mentale nel passare da fase positiva a negativa.



Dopo aver analizzato le cause e le conseguenze di una o dell’altra fase, andiamo a valutare cosa le possibili opportunità quando ci troviamo a interpretare le due situazioni: 


Il recupero palla in una transizione positiva offre due diverse strategie: 

 

  • Un contrattacco con una ripartenza veloce, cioè guadagnare campo in conduzione o con una verticalizzazione, forzando la giocata per sorprendere gli avversari. Il rischio di questa situazione è quello di riperdere immediatamente il possesso palla e farsi trovare scoperti in quanto proiettati con molti giocatori verso la porta avversaria.  


  • Gioco statico per consolidare il possesso palla, effettuare un passaggio "in sicurezza" a un compagno vicino e cercare di riorganizzare l'attacco per trovare l'opportunità giusta, dando però la possibilità alla squadra avversaria di riorganizzarsi a sua volta per la fase difensiva. 


La transizione negativa, derivante dalla perdita del possesso palla, obbliga a scegliere fra una di queste 2 situazioni: 


  • Una riaggressione immediata per il recupero palla, difendendo "in avanti", con la possibilità di riconquistare subito la palla. Il rischio è quello di concedere la profondità, e quindi campo, alle spalle dei propri difendenti. 


  • Ripiegare all'indietro verso la propria porta per ridurre gli spazi agli avversari e ritrovare gli equilibri difensivi. Le conseguenze potrebbero essere una maggior fatica sia fisica che mentale, nel correre indietro, e quello di dover coprire molto campo per ritornare verso la porta avversaria, in caso di conquista palla.


Il modo di affrontare una transizione, oltre che prestabilirlo inizialmente, può cambiare quindi anche a seconda delle circostanze. 


Avendo analizzato nel dettaglio le transizioni possiamo dire che concentrazione, imprevedibilità, personalità, determinazione, coraggio e sicurezza sono caratteristiche a livello cognitivo che ogni giocatore dovrebbe allenare e possedere per interpretare queste due fasi.


La transizione può essere quindi un colpo da ko, ma è l’aspetto cognitivo che determina se subirlo o farlo subire.


Perchè allenare le transizioni?


E’ importante allenare, a tutti i livelli, entrambe le fasi di transizione perché, sia che si parli di bambini, ragazzi o adulti, o che si parli di professionisti o dilettanti, ogni partita prevede le due fasi, che, nel calcio di oggi, avvengono sempre più velocemente.


Precedentemente abbiamo accennato che la capacità mentale di reagire velocemente alla perdita del possesso e di recuperare una corretta posizione in fase difensiva, rappresenta, quindi, una qualità fondamentale per ridurre i rischi derivanti dalle ripartenze avversarie.


Fase difensiva e fase offensiva sono strettamente collegate: quando si difende i giocatori sopra la linea della palla devono essere predisposti sia tatticamente che mentalmente ad un potenziale contrattacco, mentre quando si attacca si deve pensare a non perdere di vista il posizionamento difensivo in caso di perdita del possesso.


Una squadra che vuol essere equilibrata nelle due fasi deve attaccare in maniera razionale, tenendo corti i reparti e predisponendo delle coperture preventive sotto la linea della palla che abbiano lo scopo di evitare facili ripartenze avversarie.


Come allenare le transizioni


Gli aspetti che vanno ad agire sulle transizioni sono tecnici, tattici, fisici e mentali.


Tra le due fasi di transizione sicuramente quella più difficile da allenare e interpretare per i giocatori, soprattutto a livello fisico e mentale, è quella negativa.


Considerata "faticosa", mentre la transizione positiva piace maggiormente, perché più "divertente", sia se parliamo di giovani atleti che di adulti. 


Sicuramente il primo punto su cui allenare un giocatore, ad ogni età, considerando quindi anche i diversi obiettivi, è il reagire alle transizioni a livello individuale prima che a livello collettivo.


Per questo motivo, nelle varie esercitazioni situazionali, che sia un duello, dall’1vs1 in poi, fino a quelle tecnico-tattiche con un maggior numero di giocatori, è bene sempre dare un obiettivo anche al difendente.


Potrà essere una meta o un gol in una o più porte, per creare varianti diverse, soprattutto dal punto di vista decisionale, e in modo da costringere chi sta attaccando in quel momento, che in caso di perdita del possesso, deve comunque difendere e cercare di riconquistare palla.


Questo inciderà anche sull’intensità che voglio dare all’esercitazione. 


Andiamo adesso a vedere alcune esercitazioni che possono essere degli utili spunti quando vogliamo allenare le transizioni.



Le esercitazioni per allenare le transizioni



Esercitazione 1: dall’1vs0 al 4vs4



Categoria: Esordienti-Giovanissimi-Allievi-Juniores-Prima squadra

Obiettivi primari: Finalizzazione, capacità decisionale, visione periferica, transizione

Obiettivi secondari: Orientamento, Trasmissione, Controllo orientato, Guida della   palla, Dribbling, Smarcamento, Intercetto, Contrasto, Duelli vari

Misure campo: in base alla categoria

Tempo esercitazione: 20’-25’

Materiale: Palloni, casacche, 2 porte, segnaspazio


Svolgimento: Si schierano le 2 squadre divise in 2 gruppi ai lati di ogni porta (immagine 3); parte il primo giocatore (A rosso) che conduce fino circa a metà campo e poi va alla conclusione; non appena ha calciato in porta, il giocatore della squadra avversaria (A blu) parte in conduzione verso la porta opposta per poi cercare di concludere; il giocatore A rosso che aveva calciato in porta deve cercare di ostacolare l’A blu; finita l’azione dell’A blu partirà il giocatore B rosso che con l’aiuto del di A rosso giocherà un 2vs1 contro A blu (immagine 4). L’esercitazione continua con l’ingresso di un giocatore della squadra avversaria alla fine di ogni azione; la sequenza di duelli sarà quindi 1v0-1vs1-2vs1-2vs2-3vs2-3vs3-4vs3-4vs4. Dopo la fine del duello 4vs4 cambiare campo alle squadre e riniziare la sequenza dalla squadra opposta. 



Questo tipo di esercitazione possiamo considerarla integrale perché allena il tiro in porta, il duello, il marcamento e lo smarcamento, la superiorità numerica offensiva e l’inferiorità difensiva, la collaborazione e le combinazioni fra compagni di squadra. Allo stesso tempo si allena la parte fisica e l’atteggiamento mentale. Per avere un carico equilibrato fra i componenti di ogni squadra, variare l’ordine di partenza di ogni giocatore dopo ogni serie. 


Varianti: 

- far partire ogni giocatore dopo un passaggio, basso o alto, dell’avversario in modo da allenare anche il passaggio e il controllo orientato

- cambiare le posizioni di partenza dei giocatori, ad esempio lateralmente dalla trequarti, entrambe le squadre da dietro la stessa porta, ecc.

- in caso si avesse un solo portiere si può inserire, invece che la porta centrale, 2 porticine piccole o una meta, per dare ancora più imprevedibilità alla situazione

- con i bambini dell’attività di base si può proporre l’esercitazione anche fino al 2vs2 o al 3vs3, mentre con prima squadra e juniores si può arrivare anche ad un 5vs5



Esercitazione 2: 3vs3 a 3 squadre per transizione

Categoria: Esordienti-Giovanissimi-Allievi-Juniores/Primavera-Prima squadra

Obiettivi primari: Transizione negativa/positiva, reazione 

Obiettivi secondari: Orientamento, Possesso palla, Dribbling, Finalizzazione, Controllo orientato, Principi tattica collettiva difensiva e offensiva, Smarcamento, Intercetto, Resistenza, Velocità

Misure campo: 40x30m, ma poi adattarlo in base a categoria e livello

Tempo esercitazione: 20’-25’ (4-5 ripetizioni da 4’ con 2’ recupero fra ogni ripetizione)

Materiale: Palloni, casacche, segnaspazio, coni


Svolgimento: Formare 3 squadre da 3 giocatori, posizionare il portiere nella porta. Creare una fascia orizzontale profonda 2-3 metri, nessun giocatore può sostare in questa area. Il campo è quindi diviso in 3 zone, area di rigore, fascia centrale e l’area vicina alla metà campo. 2 squadre si posizionano nel settore del centrocampo, 1 a difesa della porta. Inizia, come da esempio, la squadra che in possesso palla deve segnare nella porta difesa dal portiere, in questo caso squadra blu (immagine 5). La squadra rossa che difende la porta, se recupera palla, deve cercare di portare la palla nella zona di meta vicino alla metà campo che in questo caso sarà difesa dalla squadra gialla (immagine 6). La squadra gialla a sua volta, se riesce a recuperare palla, cercherà di andare a fare gol nella porta difesa dalla squadra blu e dal portiere (immagine 7). Le varie rotazioni delle squadre continuano fino alla fine dell’esercitazione in base al tempo stabilito.


 



Varianti:

  • In categorie quali allievi, juniores e prima squadra si può inserire la limitazione di tocchi (2-3) per dare maggior velocità all’esercitazione e per costringere i giocatori a pensare più velocemente. 

  • Si può chiedere alla squadra che attacca la porta difesa dal portiere, una volta persa palla, di riaggredire la squadra difendente fino a che non entrano nella zona centrale

  • Se abbiamo più giocatori a disposizione si possono formare squadre da 4-5 giocatori ciascuna.  

  • Al posto della meta si può inserire una porta o alcune porticine 




Esercitazione 3: 10vs10 back to back

Categoria: Giovanissimi-Allievi-Juniores/Primavera-Prima squadra

Obiettivi primari: Transizione negativa/positiva, reazione 

Obiettivi secondari: Trasmissione, Smarcamento, Conclusione, Intercetto, Contrasto, Mobilità, Riaggressione

Misure campo: 60x40m, ma poi adattarlo in base a categoria e livello

Tempo esercitazione: 20’ (4 ripetizioni da 4’ con 1’ recupero fra ogni ripetizione)

Materiale: Palloni, casacche, 2 porte, segnaspazio


Svolgimento: Nello spazio creato posizionare due porte al centro del campo, con le spalle una all’altra. All’interno del campo si schierano due squadre da 10 giocatori. I portieri si collocano a difesa delle porte. Si gioca una partita 10 contro 10 con porte difese dai rispettivi portieri (immagine 8). Ogni squadra difende una porta e attacca la porta alle spalle. Il gol è valido se i giocatori della squadra che segna sono tutti nella metà campo offensiva. C’è l’obbligo di giocare palla radente. 


Varianti: 

  • Limitare il numero dei tocchi

  • Se la squadra che difende, al momento del gol avversario, ha un giocatore nella metà campo opposta, il gol avversario vale 2 punti (immagine 9)

  • Diminuire il numero dei giocatori per squadra in base al livello e soprattutto alla categoria dei giocatori

  • Concedere il passaggio alto quando la squadra che difende intercetta e passa nel campo accanto

 


Esercitazione 4: partita 10vs10 con inserimento palla casuale

Categoria: Giovanissimi-Allievi-Juniores/Primavera-Prima squadra

Obiettivi primari: Transizione negativa/positiva, reazione 

Obiettivi secondari: Trasmissione, Smarcamento, Conclusione, Intercetto, Contrasto, Mobilità, Riaggressione

Misure campo: 60x50m, ma poi adattarlo in base a categoria e livello

Tempo esercitazione: 20’ 

Materiale: Palloni, casacche, 2 porte, birilli

Svolgimento: L’esercitazione è semplice, ma anche funzionale. Si gioca una normale partita 10vs10 in una metà campo. Ai lati del campo, sia al fallo laterale che dal lato delle porte, si posizionano vari palloni (immagine 8). Durante il gioco, l’allenatore o l’assistente mettono in gioco un altro pallone o chiedono ai portieri di immettere uno di quelli ai lati della loro porta. Una di queste azioni costringerà le due squadre ad adattarsi alla nuova situazione. E’ bene variare le posizioni e i momenti di messa in gioco del nuovo pallone per dare più vie di adattamento ai giocatori. 

 


Varianti:

  • Si può inserire un jolly che giochi con la squadra in possesso palla, in modo da creare maggior capacità di adattamento e imprevedibilità soprattutto per la squadra che passa da fase positiva a negativa

  • In mancanza di collaboratori, si possono mettere dei coni di vario colore per indicare da quale cono e parte del campo inizierà la nuova azione (immagine 11)

  • Per obbligare ancora di più la squadra che attacca e che perde il possesso a effettuare efficacemente e velocemente la transizione negativa, mettere la regola della metà campo: se il gol della squadra in possesso avviene con un giocatore della squadra che difende nella metà campo offensiva, il gol vale doppio (immagine 11)



Alcune considerazioni


In molti sport l’andamento della partita e il risultato finale sono il frutto di continue decisioni e scelte.


Nel calcio quelle principali, sono relative al comportamento individuale e collettivo nel momento in cui si perde palla e quando la si riconquista.


Negli sport di squadra, spesso, chi effettua bene la fase difensiva, ha maggiori possibilità di vincere le partite. Riguardo al nostro argomento, quindi una grande importanza ce l’hanno le transizioni difensive.


La transizione negativa è l'abilità di una squadra di difendersi efficacemente nel momento in cui perde il possesso della palla.


Con la velocità di gioco che abbiamo oggi, una squadra che fa buone transizioni difensive ha un vantaggio rispetto ai suoi avversari: questo accade perché recuperando velocemente la palla può cogliere la squadra avversaria scoperta o comunque non organizzata e quindi approfittarne per cercare un’azione vincente.


L'importanza delle transizioni difensive si riflette sul calcio d’élite. In effetti squadre come Liverpool, City, Inter e Real Madrid, oltre a essere molto forti nella fase offensiva, sanno fare bene, se pur con atteggiamenti diversi, la transizione negativa e quindi con la qualità che hanno riuscire a ribaltare l’azione a vantaggio loro.


La crescita dell’importanza delle transizioni ha portato un grande cambiamento anche nei ruoli e nelle caratteristiche dei giocatori: per quanto riguarda i ruoli, mentre prima attaccanti e centrocampisti dovevano pensare esclusivamente al loro ruolo, oggi devono saper partecipare anche alla fase difensiva e al recupero palla.


Questo favorisce, insieme all’aumento della pressione e dell'intensità di gioco, l’andare a “prendere” gli avversari sempre più alti per forzare gli errori in uscita palla, vicino alla porta avversaria.


La “trasformazione” delle caratteristiche tecnico-atletiche dei calciatori, soprattutto degli esterni d’attacco, ha portato nel calcio di oggi la ricerca di calciatori che abbiano caratteristiche di “strappo” e di gestione della palla in velocità.


Questo perché quando hanno la palla al piede, devono creare superiorità numerica; giocatori come Leao, Salah o Vinicius Jr.


Rispecchiano quanto detto, e questa tipologia di giocatori può rendere difficile, alla squadra avversaria, effettuare una buona transizione negativa.


Per contrastare ciò, molte squadre, hanno sviluppato strategie specifiche per le transizioni difensive, soprattutto la riaggressione (gegenpressing), cioè il pressare dopo aver perso il possesso. 


In questa strategia, i giocatori pressano la squadra opposta immediatamente dopo aver perso il possesso della palla, con l'obiettivo di recuperarla rapidamente e creare opportunità di contrattacco.


Pep Guardiola, sempre in riferimento a questo, ha dichiarato: “I miei giocatori devono sempre voler la palla. Se non ce l'hanno, devono inseguirla come cani da caccia per recuperarla velocemente, vicino all’area dell'avversario, perché siamo più vicini alla loro porta”. 


A livello di calcio europeo ma non solo, le transizioni negative vengono considerate sempre più fondamentali e i vari staff hanno sviluppato strategie e ruoli specifici, come ad esempio il match analyst, che unito all’uso della tecnologia aiutano a migliorare le loro prestazioni.


Pertanto, è essenziale che le squadre lavorino per migliorare la performance, in modo efficace ed efficiente, durante le transizioni passando dal gioco offensivo a difensivo e viceversa. 



L’importanza delle marcature preventive


Abbiamo analizzato perché la transizione negativa è considerata la più importante delle fasi nel calcio.


Di cruciale importanza è il momento chiamato “pensiero negativo”, cioè la fase di transizione difensiva e come, a questa, di conseguenza, reagiscono i giocatori.


Questa fase, come dice Klopp, “è difficile soprattutto insegnarla alle nuove generazioni, quelle del tutto e subito, quelle che non conoscono quanto sia affascinante arrivare al raggiungimento dei propri obiettivi proprio grazie al sacrificio, alla corsa in più, alla reazione di una palla persa”.


Per marcatura preventiva s’intende l’atteggiamento difensivo, o marcatura diretta, assunto dai giocatori che sono sotto la linea della palla, che non potendo essere raggiunti da un passaggio, quindi, non direttamente coinvolti nello sviluppo offensivo dell’azione durante un attacco della loro squadra, si posizionano vicino al proprio avversario.


La marcatura preventiva è un principio difensivo fondamentale perché nel momento della perdita della palla permette o la riconquista della stessa o di compiere un’azione ritardatrice per evitare così la ripartenza avversaria e favorendo il rientro dei compagni.


Questo è un concetto che va considerato parte integrante della fase di possesso e che si verifica anche nelle palle inattive a favore, in cui è più semplice partecipare all’azione marcando gli avversari.


Per interpretare al meglio le marcature preventive è importante considerare parametri, soprattutto a livello individuale, quali:


  • Atteggiamento mentale e aggressività: Aggressività finalizzata all’essere propositivo e alla pressione sull’avversario.

  • Marcamento (riferito al controllo dell’avversario): importante lavorare sulla presa di posizione.

  • Intercetto e anticipo: l’intercetto non prevede necessariamente la presenza dell’avversario, ma dipende dalla lettura situazionale; l’anticipo va effettuato solo nel caso il difensore sia sicuro al 100% di prendere la palla. Entrambi dipendono da capacità coordinative e condizionali quali spazio-tempo, anticipazione, orientamento, velocità e reazione.

  • Postura del corpo: la postura e l’atteggiamento del corpo devono essere sempre orientati in divaricata sagittale (cioè un piede avanti e uno dietro) per essere più reattivo e togliere tempo e spazio all’avversario.

  • Collaborazione fra compagni: importante per mantenere le distanze e per le letture.


Quando ci riferiamo alle marcature preventive di una squadra, sappiamo che proprio quella è in possesso palla. Possiamo, quindi, identificare diversi protagonisti della marcatura preventiva: 


  1. Giocatori vicini alla palla: si propongono nello sviluppare l’azione di possesso della loro squadra, ma devono impedire o rallentare, dopo un’eventuale perdita della palla, la transizione positiva della squadra avversaria. Importanti saranno quindi il posizionamento rispetto all’avversario e allo spazio creato nella fase di possesso.

  2. Giocatori lontani dalla palla: si preoccupano di posizionarsi, sia individualmente che collettivamente, in relazione all’avversario, alla zona di possesso e alla porta da difendere in modo da impedire che un’eventuale transizione avversaria possa recare danni alla loro squadra.


Oltre a quelli visti in precedenza per le transizioni, possiamo affermare che anche sviluppo dell’azione, calcolo di rischio e dello spazio-tempo in relazione alle caratteristiche individuali dell’avversario sono anch’essi fattori cognitivi importanti, che necessitano, da parte dei giocatori, una presa d’informazione nel più breve tempo possibile.



Come allenare le preventive?


Come per altre situazioni, proporre situazioni di gioco più vicine possibile alla realtà è il mezzo più utile per permettere al giocatore una maggiore facilità di riconoscere la stessa situazione in partita. 


Esercitazione 5: 3vs3 + 1vs1 per preventive

Categoria: Esordienti-Giovanissimi-Allievi-Juniores/Primavera-Prima squadra

Obiettivi primari: Marcature preventive, Smarcamento, Marcamento, Transizione, Intercetto, Orientamento

Obiettivi secondari: Verticalizzazione, Collaborazione, Contrasto, Inserimento

Misure campo: metà campo

Tempo esercitazione: 20’-25’ (5x2’x squadra, rec 30’’)

Materiale: Palloni, casacche, 1 porte, 2 porticine, segnaspazio


Svolgimento: Situazione di gioco 3vs3 in un quadrato 20×15 metri più 1vs1 nella restante metà campo. La squadra in possesso deve mantenere il pallone, e dopo un numero prestabilito di passaggi, trasmetterlo in direzione del calciatore giallo per innescare un 1vs1 (immagine 12).La squadra in possesso accompagna la transizione positiva, quella in non possesso va in transizione negativa (immagine 13). A tal punto è fondamentale l’azione difensiva del calciatore viola, in copertura preventivail quale deve impedire che la palla giunga al suo avversario cercando di indirizzarlo lontano dalla porta, per consentire ai suoi compagni di recuperare l’equilibrio difensivo. Se il difensore viola intercetta o recupera la palla prima che il giallo la riceva, il giocatore viola può segnare in una delle porticine ai lati. Dopo che sia la rossa che la blu sono in campo in aiuto di giallo e viola, anche in questo caso la squadra che difende (blu), se recupera palla deve cercare di segnare in una delle porticine ai lati. Ogni 2 minuti cambiare i ruoli alle squadre.

 



Varianti: 


  • In caso di ragazzi del settore giovanile, si può diminuire il numero dei giocatori che fanno il possesso palla (es. 2vs2) 

  • Introdurre un jolly per favorire il possesso palla della squadra che attacca

  • Immettere fino a 3 giocatori per squadra nella metà campo offensiva; inizialmente far giocare solo il 3vs3 fra gialli, successivamente si può chiedere alle altre 2 squadre, blu e rossa, o ad alcuni membri di esse, di partecipare alla transizione offensiva e difensiva (immagine 14)

 



Esercitazione 6: Partita 8vs8 per marcature preventive

Categoria: Giovanissimi-Allievi-Juniores/Primavera-Prima squadra

Obiettivi primari: Marcature preventive, Pressing, Riaggressione, Capacità decisionale, Transizione, Intercetto

Obiettivi secondari: Orientamento, Verticalizzazione, Collaborazione, Smarcamento, Contrasto, Inserimento

Misure campo: metà campo

Tempo esercitazione: 20’-25’ (2x10’-12’ recupero 2’)

Materiale: Palloni, casacche, 2 porte, segnaspazio


Svolgimento: La partita inizia nel settore della porta regolamentare, quando i blu sono in fase di possesso, i due difensori blu rimasti nell’altra metà campo, nel caso la situazione lo richieda, devono giocare dando sostegno ai compagni a un massimo di due tocchi, mentre, nel caso il contesto non lo necessiti, devono curare la marcatura preventiva (immagine 15). Se i rossi conquistano palla hanno l'obiettivo di verticalizzare immediatamente per i due attaccanti, che devono curare lo smarcamento preventivo e fare gol in una delle tre porticine posizionate. Questa fase stimolerà anche il pressing immediato a palla persa da parte della squadra blu in zona offensiva. Dopo ogni azione conclusa nel settore delle tre porticine, l'allenatore introduce un nuovo pallone nell'altra metà di campo per ripartire nuovamente con il 6 contro 6 più portiere. C’è la regola del fuorigioco. Dopo 10 minuti, invertire i ruoli delle due squadre.

 


Varianti: 

- Se i blu riescono a giocare palla agli attaccanti nel settore opposto, possono inserirsi per accompagnare l’azione offensiva (immagine 16)

- Quando i rossi verticalizzano per gli attaccanti, anche i blu possono abbassarsi nel settore adiacente per difendere le tre porticine

 


Esercitazione 7: Partita 7vs7 + 3vs3 per marcature preventive


Categoria: Giovanissimi-Allievi-Juniores/Primavera-Prima squadra

Obiettivi primari: Marcature preventive, Pressing, Riaggressione, Transizione, Intercetto, Smarcamento, Marcamento

Obiettivi secondari: Orientamento, Verticalizzazione, Collaborazione

Misure campo: tutto campo

Tempo esercitazione: 20’-25’ (4x4’ rec 1’30’’)

Materiale: Palloni, casacche, 2 porte, segnaspazio


Svolgimento: L'azione parte sempre nella metà campo offensiva della squadra sul quale è riposto l’obiettivo (nell'esempio i blu). I sette giocatori blu hanno l'obiettivo di sviluppare una manovra offensiva e finalizzare. Contemporaneamente nella metà campo difensiva i tre difensori si posizionano uomo su uomo in preventiva sugli avversari. Durante la manovra offensiva, in qualsiasi momento, l'allenatore può indirizzare un'altra palla verso gli attaccanti rossi. Si instaura quindi un duello in spazi ampi tra attaccanti e difensori (immagine 17). Il ribaltamento può avvenire anche in caso che i sette giocatori rossi conquistino la sfera durante l'azione difensiva. Il focus dell'esercitazione è in particolare la capacità dei difensori di effettuare marcature preventive e difendere in spazi larghi (molta profondità). Ogni 4’ cambiare la posizione delle squadre in modo da alternarle nelle due fasi.


 


Varianti:

  • Consentire ad un giocatore per squadra (del 7vs7), di andare nella metà campo opposta (3v3) in caso di verticalizzazione della squadra che stava difendendo (es. rossa) per aiutare gli altri compagni 

  • Trasformare la partita in 10vs10, con unica regola che l’allenatore e/o il collaboratore immettano, casualmente, una palla in gioco verso la squadra che non è in possesso per invertire i ruoli (immagine 18)



Conclusioni


Possiamo dire che le transizioni, nello sviluppo del calcio moderno, sono sempre più l’elemento decisivo all’interno di una partita.


Tra positive e negative, sicuramente quelle più importanti da allenare sono le seconde, infatti, anche le squadre d’élite, pur avendo molta forza offensiva, ricercano prima di tutto un’ottima organizzazione nella transizione difensiva per sfruttare poi proprio la loro qualità offensiva.


L’atteggiamento mentale in questo fa la differenza, in quanto, a qualsiasi livello e qualsiasi età è più “divertente” attaccare che difendere, quindi, già nei giovani è importante allenarli, soprattutto individualmente, a interpretare bene e con la giusta mentalità, la transizione negativa.


Un ruolo importante in questo ce l’ha la comunicazione verbale e non verbale, dell’allenatore e/o dei suoi collaboratori, che deve stimolare i giocatori ad avere la giusta determinazione nell’affrontare entrambe le fasi di transizione.


L’ultimo aspetto che abbiamo analizzato sono le marcature preventive durante la fase di possesso che hanno ruolo prioritario per realizzare un’ottima transizione negativa.


Per allenare tutti quei concetti visti in precedenza, quando andiamo a proporre esercitazioni di duelli, partite a tema o simili, è bene sempre porre un obiettivo anche a chi difende, in modo da “obbligare” chi attacca a non fermarsi dopo aver perso palla, ma a essere pronto a difendere a sua volta.


Le nostre esercitazioni devono aiutare i giocatori a conoscere, scegliere e agire in tutte le fasi di gioco, allenarli alla reazione alla palla persa e prevedere la giusta intensità simile alla partita.


In conclusione, dobbiamo adattare le nostre sedute di allenamento per preparare i giocatori a far si che le squadre di oggi siano preparate a difendere mentre attaccano e ad attaccare mentre difendono.



 

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